Ogni volta che decido di riprendere in mano il blog succedono sempre mille cose e passa più di un anno dalla volta precedente! Quest'oggi, vi propongo l'intervista che ho avuto il piacere di realizzare con la gentile collaborazione di due mie carissime conoscenze, performers di burlesque/boylesque e promettenti astri nascenti della moda. Perché sì, se mi seguite dagli albori vi ricorderete che questo blog un tempo parlava anche di mode, specialmente alternative, un po' glamour, un po' vintage ed eclettiche, ed è per questo motivo che, con un pochino di orgoglio ed emozione, vi presento l'intervista ad Atelier Papy Moustache!
Buongiorno ragazzi, noi ci conosciamo già da qualche anno,
ma per chi ci leggesse per la prima volta potete presentarvi?
Ciao a tutti, siamo Ylenia e Steve, due fashion designers e
performers burlesque/boylesque di Milano.
Ylenia, Steve, siete
nell'ambiente burlesque/boylesque da diversi anni. Secondo voi cosa è cambiato
negli anni e quali sono le caratteristiche che vi piacciono di più di questa
forma d'arte? Cosa vi dà la grinta per creare ogni volta uno spettacolo differente?
Ylenia: quello che personalmente amo di più del burlesque è il
recupero di una femminilità ed una grazia ormai perdute nella quotidianità,
l’erotismo inscenato con sottile ironia e quel tocco di eleganza che lo rende
prezioso, mai volgare. E la democrazia estetica di questo filone artistico, che
dimostra in maniera opposta ad altre forme d’arte, come ogni tipo di fisicità e personalità
possano essere efficaci e strepitose, se vissuta con consapevolezza e
disinvoltura. In più, per quel che riguarda il mio lavoro in senso stretto, è
un tipo di spettacolo che mi dà la possibilità di unire tutte le mie passioni,
per gli abiti, per la recitazione, la musica e la danza, in una sola volta e di dare voce alle mille
donne diverse che vivono in me.
Negli anni il burlesque si è sicuramente fatto conoscere ad un pubblico più vasto,
uscendo dalla piccola nicchia in cui risiedeva, specie in italia in cui ha un
passato ed una storia abbastanza recenti
rispetto alle realtà di altri paesi, come Gran Bretagna ed America, ma
non è ancora riuscito a crearsi il suo posto effettivo all’interno delle
variegate possibilità che il mondo dello spettacolo offre. E’ diventato si più
conosciuto, ma allo stesso tempo si è un po’ troppo commercializzato, facendo
abbassare nettamente il livello e la qualità degli spettacoli. Si è creata una
sorta di quasi falsa credenza per cui è un tipo di spettacolo facile, in cui
chiunque può cimentarsi, cosa sbagliatissima in quanto non può essere lasciato
all’approssimazione, richiede una seria e profonda preparazione ed assoluta
dedizione, tanto quanto altre forme d’arte.
Quello che mi dà l’energia per continuare a preparare nuovi
numeri è l’impulso creativo irrefrenabile che ho da sempre e a cui devo
inesorabilmente dare sfogo, veicolandolo in più modi possibili, pena la pazzia
hahahahaha!
Steve: negli anni scorsi il burlesque è diventato un vero e
proprio fenomeno mediatico, se ne parlava ovunque, persino in politica..non
c’era luogo in cui non si vedessero spettacoli di questo tipo né persona che
non vi fosse in qualche modo collegata, se non direttamente, con qualche amica, fidanzata, vicina di casa,
zia, nonna…tutti facevano burlesque. Poi col tempo la moda è passata e finalmente
stanno rimanendo a galla solo i professionisti, o almeno quasi.
Quello che mi piace di più di questa forma d’arte è
l’atmosfera del backstage, l’emozione, la tensione, l’adrenalina, i problemi
dell’ultimo secondo, la solidarietà fra colleghi, tutto quello che c’è dietro
le quinte, che è da dove io iniziai anni fa come assistente di scena, insomma il
lato più vero ed umano, che a volte esula totalmente da quello che la gente
vede dal di fuori e sui social.
Ci si mette veramente a nudo! Hahahahaha!
Mi piace divertire il pubblico quindi, quello che mi dà
sempre la spinta nel momento in cui creo un nuovo numero, è l’idea di base che
ad un mio spettacolo le persone devono
dimenticare i problemi e le magagne quotidiane, piegandosi in due dalle
risate, l’ironia è il sale della vita!
Quando vi esibite da cosa traete maggiormente ispirazione?
Avete delle icone, epoche, personaggi di riferimento ai quali siete più
affezionati?
Y: io amo l’arte in ogni sua forma ed espressione, quello
che mi muove maggiormente è senza dubbio la ricerca del bello, che l’idea per
uno spettacolo arrivi da un quadro, da un film, da un’opera teatrale, da un
elemento della natura o da un romanzo, è sempre il desiderio di portare allo
spettatore qualcosa di magico, che possa trascinarlo in un mondo incantato,
lontano dalle piccolezze della quotidianità, il mio proposito e, quando mi
esibisco, l’intento è far sognare chi guarda. In linea generale mi riferisco all’immaginario decadente e misterioso, al
teatro e al cinema dei primi del ‘900; per indole e per gusti personali sono
molto più vicina ad un tipo di femminilità e seduzione sussurrate, algide ed in qualche modo un po’
melodrammatiche, quindi mi ispiro alle icone femminili del primo trentennio
del XX secolo, come Theda Bara,
Eleonora Duse, Marlene Dietrich, Louise
Brooks o Greta Garbo, per citarne
alcune, più che alla prorompenza tipica delle pin up.
S: io mi rifaccio maggiormente all’immaginario grottesco del
cinema muto, all’esilarante comicità di Buster Keaton, mio incontrastato mito,
alla goffaggine di Stanlio ed Ollio ed anche all’atmosfera magica ed allegra del
circo antico. I miei personaggi hanno sempre
uno spirito ironico, maldestro, strampalato, goliardico ed a tratti irriverente,
ma assolutamente mai volgare. Dentro di me sogno di essere un piccolo Georges
Méliès, in quanto costruisco da solo i marchingegni, ergo oggetti di scena, per i miei spettacoli, con l’intento di rendere ancora più suggestive
e sorprendenti le mie esibizioni.
Vi capita di fare dei "riti scaramantici"
pre-palcoscenico? Avete qualche portafortuna?
Y: non mi esibisco mai senza indossare anche il profumo, che
non è sempre lo stesso in quanto amo diverse fragranze, questo non è un rito
scaramantico vero e proprio ma, diciamo che mi fa sentire più completa e
perfettamente pronta per la mia esibizione, lo considero come un ulteriore, irrinunciabile
accessorio di scena.
S: io devo sempre bere un buon calice di vino rosso, questa
più che scaramanzia è senza dubbio un caro vecchio vizio.
Tra le vostre performance, ne avete una che preferite? Se
si, quale e perché?
Y: ogni numero è stato pensato, sentito, concepito e creato
venendo alla luce dalle mie visioni, per cui sono ineluttabilmente stretta ad
ognuno di essi con estrema forza, tuttavia, sono molto affezionata al mio
spettacolo del Pierrot, in quanto è una figura che ha sempre risieduto nel mio
immaginario sin da piccola e poiché evoca in me nostalgie e tenerezze
dell’infanzia, forse gli sono un po’ più legata che agli altri.
S: "La catastrophe de l’homme canon” che narra le vicende di
un presentatore del circo pasticcione, in quanto è stato il primo vero numero
con cui ho esordito come performer boylesque e che riscuote sempre un gran
successo quando lo porto in scena.
Entrambi, oltre che dei professionisti, mi siete sempre
sembrati degli "artisti alla ricerca del bello" , un po' come gli
artisti vittoriani che amiamo tanto. Vi sentite affini a questa definizione? Vi
è mai capitato di sentirvi "nati nell'epoca sbagliata"?
Y: la ricerca del bello è il mio fine principale, in tutto,
come performer, come stilista e soprattutto come persona, non si tratta della
bellezza solo in senso estetico, mi riferisco a qualcosa di più profondo,
qualcosa di legato allo stato mentale, comportamentale e relazionale; mi sono sentita spesso nell’epoca sbagliata,
per il fatto che manca, nell’era moderna, proprio quel gusto per il bello
inteso come l’eleganza dei modi, la grazia, il garbo, l’educazione nei rapporti
interpersonali; è tutto ormai terribilmente
volgare, grossolano ed irrispettoso nei confronti del prossimo. E non sono gli
eccessi né la modernità di per sé il
problema, il progresso ha tanti risvolti positivi, il punto è che l’essere umano
ha la capacità di involvere, se non adeguatamente stimolato, sta a noi che
facciamo mestieri a contatto col pubblico, a noi che abbiamo a che fare con la
creatività e l’immagine, la responsabilità di cercare di passare dei
messaggi di un certo tipo e di far
apprezzare, nonché rieducare le persone, al riappropriarsi dello stile e della
raffinatezza, in primis quella mentale.
S: mi associo ad Ylenia in tutto ed aggiungo che gli uomini
in passato curavano molto il loro aspetto ed avevano sicuramente più riguardo e
modi più gentili nei confronti delle donne, dovremmo tutti recuperare il gusto
per la cura di noi stessi e la galanteria, sciatto e maleducato non sono
sinonimo di virilità!
Come performer,
realizzate anche i vostri costumi di scena, una passione ed un lavoro che vi ha
portato ad aprire dallo scorso Settembre le porte del vostro brand. Potete
parlarci di come è nato "Atelier Papy Moustache"? A che target di
pubblico si rivolge principalmente?
Atelier Papy Moustache è frutto della collaborazione delle
nostre competenze nell’ambito della moda, abbiamo studiato entrambi da fashion
designer, produciamo abiti ed accessori, copricapi e spille, interamente fatti
a mano, nello specifico io (Ylenia) mi occupo della realizzazione del figurino
e del disegno tecnico, Steve dei passaggi successivi, partendo dal
cartamodello, per finire con la confezione.
L’idea di creare un nostro brand indipendente è nata
dall’esigenza di entrambi di cercare di riportare, in maniera più coraggiosa
che pretenziosa, uno stile che fosse sofisticato, di alta qualità ma allo
stesso tempo brioso ed esuberante. Ci rifacciamo all’eleganza delle linee e degli
stili della moda del passato, rinfrescati però dal nostro vento creativo, in
modo che siano portabili con disinvoltura anche ai giorni nostri. Ci rivolgiamo
principalmente ad una clientela femminile, per tutte quelle donne che abbiano
voglia di sentirsi speciali e non passare inosservate, indossando qualcosa che
le identifichi, senza rinunciare all’eleganza ma sempre con un tocco di
originalità.
Potete darci una piccolissima anticipazione di qualche
capo/accessorio a cui state lavorando in questo momento?
Stiamo producendo una collezione di abiti ispirata alle
epoche vittoriana ed edoardiana, ma con un tocco di modernità, per poter essere
indossati tranquillamente anche ai giorni nostri; attualmente alcuni dei nostri
copricapi sono in vendita presso due negozi a Milano, The Cloister Concept Store ed Hangover Vintage Shop.
Il nostro brand
collabora con la consulente di stile e ricercatrice, esperta di capi vintage
originali, Stefania Trovato, per
ricreare lo stile adatto ad ogni occasione, offrendo anche servizio di
consulenza per poter guidare il cliente al meglio, nella scelta dell’outfit
perfetto, in vendita o a noleggio.
Inoltre stiamo lavorando a degli accessori per un’importante fiera di settore, su cui non
possiamo però ancora svelare nulla, per sapere di più potete seguirci sui
nostri social.
Prendendo spunto anche dall'arrivo di Dita Von Teese in
Italia con il suo Glamonatrix Tour il prossimo Aprile, avete dei consigli per
chi, alle prime armi, si volesse avvicinare allo stile vintage o "vintage
inspired"?
Per quello che concerne il vintage bisogna fare una grossa
distinzione fondamentale: vintage non è tutto quello che si trova di vecchio ed
usato nei mercatini o nei negozi second hand, un capo, o un accessorio, si può considerare vintage nel momento in cui
ha dei requisiti precisi che sono: avere almeno 25 anni o più, essere di ottima
fattura e di alta qualità, essere un capo firmato o sartoriale, ergo lussuoso, il
che presuppone un certo valore e quindi relativo costo. Il vintage inspired è
sicuramente uno stile meno impegnativo e più alla portata di tutti, in quanto
spesso chi compra vintage originale lo fa perché è un estimatore del genere ed
ha la possibilità di spendere dei soldi in qualcosa che può indossare
praticamente tutti i giorni, per chi invece vuole sentirsi adeguato ma, senza
spendere un capitale e soprattutto non ha interesse ad indossare dei capi
originali nella quotidianità, può optare per qualcosa di semplicemente ispirato
ad un periodo, nelle linee e nei colori, pur essendo un capo di fattura
moderna, magari con l’ausilio di accessori, come guanti, borsettine, stole di
pelliccia, collane di perle, trucco ed acconciature a tema, per arricchire un
semplice abito da sera da usare per un’occasione speciale.
Ylenia, tu sei conosciuta on stage come Miss Moon Amour,
data la tua esperienza, quali sono secondo te le qualità/caratteristiche che
una donna dovrebbe possedere sempre, sia sul palco, sia durante la vita di
tutti i giorni?
Una donna non dovrebbe mai dimenticare che deve prima di
tutto piacere a sé stessa, sentirsi bene nella sua pelle e cercare di esaltare sempre
le sue caratteristiche positive, i suoi punti di forza, al di là degli
stereotipi estetici imposti dalle mode. Io sono convinta che non esistano donne
brutte o totalmente prive di fascino, solo donne impigrite da un contesto che
non dà mai loro la possibilità di esprimersi senza sentirsi continuamente sotto
giudizio. Credo che dovrebbero tutte riappropriarsi della propria grazia, della
propria femminilità, perché essere belle e sofisticate, nei modi e
nell’aspetto, non è sinonimo di fragilità o di
incapacità, né di frivolezza, questo tipo di pensiero ed anni di lotte per l’ottenimento di un posto
in società ci hanno mascolinizzato, ci hanno fatto credere che per riuscire
nella vita dovessimo prendere tutto il brutto ed il gretto del lato maschile,
ma la realtà è che possiamo essere considerate intelligenti, professioniste di
successo ed essere totalmente libere ed
emancipate, andare a mostre, disquisire di astrofisica e politica anche
muovendoci con eleganza, sui tacchi a spillo, ben pettinate e col rossetto. Non
è emulando i maschi ma, iniziando a compiacerci di essere noi stesse, che
conquisteremo i palcoscenici ed il mondo!
In particolare, questa domanda vuole ricollegarsi alla
presentazione del tuo prossimo laboratorio dal titolo "Casta Diva" ,
che terrai domenica 2 Febbraio 2020 a Milano. Ci puoi dire di che cosa si
tratta? Serve qualche nozione specifica per partecipare o tutti/e sono
benvenuti?
Si tratta di un
laboratorio in cui, con l'ausilio della musica classica e la melodia dell'arpa
suonata dal vivo dalla musicista Veronica Lo Surdo, riprendendo un immaginario
estetico antico, si imparerà a muoversi nello spazio in modo sensuale ed
elegante.
Rifacendosi alla gestualità e all'attitudine tipiche della femminilità aggraziata ed eterea degli inizi del XX secolo e ad un tipo di performance misteriosa e sofisticata, ma pur sempre maliziosa e languida.
Verrà spiegato inoltre l'utilizzo del velo, accessorio inconfondibilmente fluttuante e delicato, che in quest'occasione diviene strumento peculiare con cui interagire, per enfatizzare e sottolineare la propria avvenenza e le proprie movenze, in una leggiadra danza. Non servono esperienze pregresse nel campo del burlesque o della danza, solo la voglia prendersi un paio di ore tutte per sé, in cui potersi dedicare alla riscoperta della propria femminilità.
Rifacendosi alla gestualità e all'attitudine tipiche della femminilità aggraziata ed eterea degli inizi del XX secolo e ad un tipo di performance misteriosa e sofisticata, ma pur sempre maliziosa e languida.
Verrà spiegato inoltre l'utilizzo del velo, accessorio inconfondibilmente fluttuante e delicato, che in quest'occasione diviene strumento peculiare con cui interagire, per enfatizzare e sottolineare la propria avvenenza e le proprie movenze, in una leggiadra danza. Non servono esperienze pregresse nel campo del burlesque o della danza, solo la voglia prendersi un paio di ore tutte per sé, in cui potersi dedicare alla riscoperta della propria femminilità.
Per informazioni e prenotazioni ricordiamo che bisogna
scrivere esclusivamente a:
Alla mia mail: miss.moon.amour@hotmail.it
A questo link l'evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/1232795490226349/
Grazie mille ragazzi per aver partecipato a questa piccola
intervista, spero vi siate divertiti e in bocca al lupo per tutti i vostri
prossimi appuntamenti, soprattutto per il vostro brand, che potete seguire su:
Per seguire invece Miss Moon Amour:
E Mr.Steve Forchetta:
Colgo l'occasione per fare ancora un enorme ringraziamento ad Ylenia e Steve per aver accettato di partecipare ed invito tutti a seguirli per non perdere nessuna novità! Inoltre, grazie davvero di cuore a chi - nonostante passino gli anni - continua a seguire Sabbia di Luna, che come vedete, ogni tanto risorge come l'araba fenice!
A bientôt!!!
Gwen - Sabbia di Luna